Non una cerimonia di chiusura, ma un’iniziativa per rilanciare quell’idea di futuro aperto che ha accompagnato la città nel suo anno da Capitale Europea della Cultura. Era questo il senso della manifestazione che, il 20 dicembre scorso, ha riunito in Piazza Vittorio Veneto, circa mille ragazze e ragazzi dei sei istituti comprensivi cittadini.
Quando? Dal 17 al 30 ottobre. Dove? A Tokyo, al Tokyo Festival per essere precisi. Chi? Pier Paolo e Roberta. Perché? Perché loro sono i due ragazzi del team dei volontari per Matera2019 scelti per partecipare a questa esperienza di volontariato all’estero.
Noi di Blogsters2019 li abbiamo intervistati per sapere qualcosa in più del loro viaggio.
I due giovani materani erano inseriti in un gruppo internazionale di volontari insieme a una giovane bulgara di Plovdiv e due ragazzi serbi, quasi a creare una sorta di rete delle capitali della cultura, affiancato anche da un team di ragazzi locali.
Esiste un reticolato immaginario che collega i Sassi materani, e tutto ciò che essi rappresentano, al resto della Lucania, rendendo ancor più efficace e concreto il progetto della Capitale della Cultura.
Percorrendo un’ ipotetica “via Bradanica della Cultura”, si arriva tra i seni del Vulture, precisamente a Rapolla, comune che ospiterà, anche quest’anno, la celebre manifestazione culturale ed enogastronomica “Parco Urbano delle Cantine” nei giorni del 12 e 13 ottobre, per l’occasione patrocinata dalla Fondazione Matera-Basilicata 2019.
Abbiamo avuto il piacere di intrattenerci e scambiare due chiacchiere con Antonio Cecere, a capo dell’ufficio stampa e comunicazione dell’evento.
Dott. Cecere, quanto incide sul territorio questo evento?
È un evento che ha enorme risonanza perché mostra le più intime e peculiari caratteristiche della celebre Regio Vulturis e dei sui stupendi borghi, diventando ogni anno sempre più atteso, non solo nei nostri territori, ma anche, e forse soprattutto, nel resto d’Italia. I turisti, i tanti camperisti scelgono appositamente Rapolla e questo grande evento perché stregati e conquistati dall’accoglienza locale e dal vivo calore tipico del Mezzogiorno.
Perché proprio il Comune di Rapolla diventa portabandiera di un evento cosi importante?
Questo piccolo comune ha una grande storia da raccontare, che rivive ogni qual volta si aprono le grotte-cantine. L’obiettivo, a mio avviso perfettamente riuscito, è quello di sprovincializzare la manifestazione, non circoscrivendola al Vulture e alla sola Basilicata, e di riuscire, grazie ad un’ottima organizzazione, ad arrivare il più lontano possibile. Non è, nel modo più assoluto, una semplice sagra di paese, e i rapollesi lo sanno bene …
Ai piedi del Vulture ci sono numerose manifestazioni simili per temi e circostanze, ad esempio “Cantinando”, svoltasi l’agosto scorso a Barile, anch’essa patrocinata dalla Fondazione. In cosa si differenzia da quest’ultima?
A parte l’affluenza, nettamente superiore rispetto al Comune Arbëreshë - quest’anno, infatti, si prevedono circa 50 mila persone a Rapolla nella due giorni - cambiano i protagonisti: Barile, intorno al ‘400 è stata meta degli albanesi che, grazie a speciali carte di franchigia, hanno trovato dimora nelle grotte, successivamente adibite a cantine. Rapolla, invece, è un Comune propriamente medievale e la sua tradizione storico-vinicola non è stata “importata”, ma nasce nelle viscere della città stessa; i rapollesi vivevano nella zona di fronte al Parco vero e proprio, luogo in cui veniva stoccato il vino dalle sapienti mani dei monaci che albergavano in quella zona con le loro pertinenze.
Che tipo di manifestazioni ci saranno all’interno dell’evento?
Il calendario è fittissimo e le attrazioni saranno molte, specie all’interno del Borgo medievale che quest’anno sarà al centro della valorizzazione: caratteristica sarà la visita guidata all’interno della cinta muraria della città antica, dove visitatori potranno conoscere la nascita e lo sviluppo di questo fiorente luogo abitato. Al contempo, si potrà apprezzare un interessante percorso culinario, vedere riprodotte insolite, per la modernità, scene di vita contadina; ammirare le prodezze dei falconieri ed il corteo storico, di stampo federiciano, ovviamente. Verranno aperte tutte le chiese, soprattutto quella dedicata alla Madonna della stella, che è la più piccola chiesa d’Italia. Sono anche previsti dei laboratori di pigiatura dell’uva e di trasformazione del latte inprodotti caseari.
Semplici gesti per noi più che “normali” perché facenti parte della quotidianità delle nostre famiglie, che abbiamo visto praticare dai nostri nonni, diventano magici, del tutto inusuali agli occhi dei visitatori.
Nella città si respirerà l’aria di una vera festa, insomma …
Letteralmente oserei dire: tante Street Band itineranti suoneranno, alternandosi, per tutto il giorno, volendo un po’ riprendere l’aria della tanto attesa festa per l’inaugurazione di Matera 2019.
In un mondo in cui tutto corre sempre più veloce, come fa una manifestazione così saldamente ancorata al passato e alle proprie rurali consuetudini a diventare moderna e sempre attuale?
Nella suggestiva cornice della città, il turista verrà proiettato in un caleidoscopio di luci, trovandosi coinvolto in un dinamico e insolito dualismo: al prepotente richiamo all’antico nella zona più nuova (per la sua genesi) del parco illuminata con torce infuocate, verrà contrapposto un gioco di proiezioni architetturali del centro storico. Una centrifuga di bagliori fingerà quasi di cambiare il volto della passata vita del borgo. La nostra storia, unica e particolarissima, non bisogna soltanto averla ma bisogna saperla ben raccontare, ed è proprio ridisegnandola in chiave moderna che emerge il vero spirito dell’evento.
Solo da pochi anni, però, il Parco Urbano delle Cantine è riuscito ad entrare nell’Olimpo delle grandi manifestazioni enogastronomiche d’Italia. A cosa è dovuta tutta questa notorietà, secondo lei?
In due parole? Gioco di squadra!
È strano immaginare che in un così piccolo angolo della Basilicata si possa creare così tanto fervore in un così elegante silenzio: è il rumore dei pensieri dei cittadini sognanti che crea nuove strade per far rinascere il proprio mondo, il rumore di una regione che, a testa alta, continua ad affermare il proprio valore con l’esaltazione dei propri tesori.
Maria Elena Grande
La Fondazione Matera-Basilicata 2019 ha ideato un fitto programma di appuntamenti dedicati alle scuole italiane ed europee, con lo scopo di rendere il più fruibile possibile il ricco cartellone dell'anno da Capitale Europea della Cultura. Per scoprire programma e condizioni per le scuole, clicca qui. In linea con una strategia di costante coinvolgimento degli istituti scolastici del territorio, inoltre, sono stati promossi i progetti Patrimonio in Gioco, 19 scuole per 19 archivi e Matera 3019.
MIUR per Matera 2019
Dalle scuole per le scuole
Il progetto "Dalle Scuole per le Scuole" nasce dall'esigenza di rendere gli studenti lucani protagonisti del racconto e della trasmissione del proprio patrimonio materiale e immateriale. Grazie al Protocollo d'Intesa con la Fondazione Matera-Basilicata 2019 e all'Accordo Quadro con Comune di Matera, Comune di Policoro e Regione Basilicata, il Ministero dell'Istruzione Università e Ricerca, ha promosso la costruzione di un'offerta didattica per le scuole italiane in viaggio d'istruzione in Basilicata. Clicca qui per conoscere dettagli e condizioni d'accesso dei 23 percorsi culturali, ideati e animati dagli studenti lucani