
Quando? Dal 17 al 30 ottobre. Dove? A Tokyo, al Tokyo Festival per essere precisi. Chi? Pier Paolo e Roberta. Perché? Perché loro sono i due ragazzi del team dei volontari per Matera2019 scelti per partecipare a questa esperienza di volontariato all’estero.
Noi di Blogsters2019 li abbiamo intervistati per sapere qualcosa in più del loro viaggio.
I due giovani materani erano inseriti in un gruppo internazionale di volontari insieme a una giovane bulgara di Plovdiv e due ragazzi serbi, quasi a creare una sorta di rete delle capitali della cultura, affiancato anche da un team di ragazzi locali.
Nell’ambito del grande festival di Tokyo, che ogni anno vede la rappresentazione di spettacoli e opere, l’organizzazione di concerti e mostre e ogni altro tipo di evento culturale, il team internazionale in cui erano Pier Paolo e Roberta, si è occupato in particolare di uno spettacolo, I’m a Cat, tratto dall’omonimo libro dello scrittore giapponese Natsume Soseki, con il compito specifico di preparare e distribuire materiale pubblicitario e accogliere gli ospiti ad ogni recita (le recite si svolgevano al Metropolitan Theatre di Tokyo).
Certo però, come affermano, non hanno solo lavorato. L’accoglienza ha organizzato le loro giornate in modo da consentirgli, insieme ai volontari giapponesi, di fare escursioni fuori porta e visitare gran parte dei luoghi di interesse della grande Tokyo. Difatti i due giovani sono stati catapultati completamente nella cultura giapponese, che come hanno affermato “è completamente diversa dalla nostra; anche nel modo di organizzare e gestire un team di volontari”.
Ma all’arricchimento culturale e all’ampliamento dei confini dei due, si aggiunge anche un valore umano notevole. I giapponesi, come i due dicono, sono stati accoglienti, gentili e disponibili, e durante il loro lavoro tutti i volontari erano trattati con molto rispetto e gratitudine. Non solo, ma il loro alloggio, un appartamento nel quartiere di Oji, era condiviso con gli altri volontari di tutto il mondo, e questo ha dato loro la possibilità di tessere rapporti e amicizie, non solo con gente del posto ma anche con i volontari stranieri come loro.
Insomma, per entrambi questa è stata una esperienza completamente positiva, senza punti deboli, e che gli ha lasciato una ricchezza multiforme che loro portano nella nostra città. "Nella scelta dei volontari da mandare a Tokyo -ci dice Roberta- probabilmente ha influito una buona conoscenza dell’inglese", e, nel suo caso specifico, forse è stato premiato l’interesse e l’impegno come volontaria per Matera, dato che, essendo una studentessa fuori sede a Parma, da aprile di quest’anno è tornata a Matera ogni mese.
Che sia per curiosità o per la voglia di superare la timidezza e conoscere nuova gente, Pier Paolo e Roberta hanno cominciato la loro esperienza di volontari a Matera per caso ed entrambi ne sono soddisfatti. Il loro ruolo in questo anno speciale per la città, come racconta Pier Paolo, gli ha fatto rivalutare la possibilità di rimanere a vivere e lavorare a Matera, che adesso sembra davvero piena di opportunità di crescita.
Federica Debernardis