Lunedì 15 luglio ha preso il via il progetto “Matera vista dalla luna”, promosso dalla Fondazione Matera-Basilicata 2019, in collaborazione con il Polo Museale della Basilicata e il Comune di Matera, volto a celebrare il 50° anniversario dello sbarco sulla luna con una ricca rassegna che vede in programma spettacoli, presentazioni di libri, proiezioni di film, allestimenti sul tema della luna e che si concluderà il 24 luglio alla Cava del Sole con il concerto “Sinfonia per l’Europa” dedicato a Matera Capitale Europea della Cultura 2019.
A ospitare il primo degli incontri è l’affascinate location di Cava Paradiso che abbraccia, con le alte e possenti mura di tufo, i suoi ospiti ammaliati intenti a fotografare l’unione tra passato e presente, tra natura, arte e scienza. “Nanogagliato Festival incontra Matera 2019” vede gli scienziati dell’accademia di Gagliato delle nanoscienze dialogare con il pubblico a proposito di scienza, nanotecnologia e spazio.
Promotore della serata è il luminare Mauro Ferrari, impegnato da anni nel campo delle nanotecnologie e della bioingegneria applicate in medicina e recentemente designato futuro presidente del Consiglio Europeo della Ricerca (President designate of the European research Council). Classe 1959, il professor Ferrari si laurea in Matematica all’Università di Padova prima di trasferirsi negli Stati Uniti dove ha continuato gli studi nel campo ingegneristico, presso l’Università della California, e poi insegnato Ingegneria meccanica, Medicina interna e Ingegneria Biomedica alla Ohio State University. L’ente, di cui sarà responsabile a partire dal 2020, si occupa di finanziare la ricerca nei 28 stati membri e dei suoi affiliati e vanta il merito di essere la più grande agenzia di finanziamento del mondo. L’ERC si occupa di tutta la ricerca e di tutti i suoi aspetti: scienze di base, fisiche, biologiche, ingegneristiche, matematiche, ma anche delle discipline umanistiche e, con entusiasmo, il professor Ferrari afferma che a suo parere “è questo il bello: il senso di fusione.”
Il professore, vestito di semplicità e custode di un ingegno senza limiti di disciplina, conclude la sua intervista affermando con ironia: “Credo, ma può essere anche che mi sbagli, che se il Consiglio europeo della ricerca ha fatto “l’errore” di darmi questo incarico, sia piaciuto il fatto che le radici del mio lavoro stanno in matematica, ingegneria, medicina e poiché ho passato molto tempo a cercare di imparare il più possibile e a mettere insieme le varie discipline superando i confini per creare un futuro aperto.”
Martina Lascaro
Riprese e montaggio a cura di Federica Debernardis