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Ai confini della fede: Franco Cardini tra Cristiani e Musulmani

A Gerusalemme, al tempo delle crociate, il sultano Saladino, chiese al saggio mercante ebreo Nathan quale fosse la vera religione: l’ebraismo, il cristianesimo o l’islam? Nathan, invece di rispondergli, gli raccontò una storia. "Molti anni or sono un uomo, in Oriente, possedeva un anello dal valore inestimabile, che per tradizione veniva lasciato al più amato dei figli, che sarebbe poi diventato il capo del casato. Egli aveva tre figli e li amava tutti nello stesso modo. Così, con affettuosa debolezza, promise l’anello a tutti e tre. Vicino alla morte, chiamò in segreto un gioielliere, e gli ordinò due anelli uguali in tutto al suo.

Quando questi glieli portò, nemmeno il padre fu in grado di distinguere l’anello vero. Felice, chiamò i figli uno per uno, impartì a tutti e tre la sua benedizione, a tutti e tre donò l’anello e si spense. Morto il padre, ogni figlio si fece avanti con il suo anello, pretendendo di essere il signore del casato. E quindi litigi,indagini e accuse. I tre fratelli si rivolsero al giudice, il quale, di fronte all’enigma, rispose: “voi dite che l’anello vero ha il magico potere di rendere amati, graditi a Dio e agli uomini. Sia questo a decidere! Su, ditemi: chi di voi è il più amato dagli altri due? … Voi tacete? Ciascuno di voi ama solo se stesso? Allora tutti e tre siete truffatori truffati! Il mio consiglio è questo: accettate le cose come stanno. Ognuno faccia a gara per dimostrare alla luce del giorno il potere della pietra nel suo anello, con la dolcezza, la pazienza, la carità e con profonda devozione a Dio.”

Questo racconto è stato utilizzato dal prof. Franco Cardini, per spiegare al pubblico, in poche e semplici parole, di cosa si parla quando si mettono a confronto o si studiano i contrasti delle tre grandi religioni monoteiste, in un interessantissimo incontro che lo storico ha tenuto a Matera il 9 Marzo, nell’ambito delle Lezioni di Storia, organizzate dalla fondazione Matera-Basilicata 2019 in collaborazione con Editori Laterza.

Le religioni nel mondo sono moltissime, più di 30.547 comprese dottrine, scuole filosofiche, credenze, sette, culti tribali e sono tutte etno-immanentiste tranne ebraismo, islam e cristianesimo, che sono invece abramitiche, fondate sul patto tra Dio e gli uomini.

Questa è solo una delle cose in comune che le tre grandi religioni monoteiste presentano. Un altro elemento fondamentale che le lega è l’essere fondate sulla cultura ellenistica, e ancora, la credenza in un Dio che è altro dall’uomo, spirituale e fuori dalla natura, un padrone dell’universo, creatore di un mondo che avrà anche una fine.

Si può dire dunque che ci sia, in realtà, solo una grande religione che le comprende tutte e tre, laddove per religione intendiamo proprio la sua definizione di insieme di culti, riti, racconti e preghiere che ci aiutano a dominare ciò che non vediamo, un ponte tra il mondo e l’oscuro, l’incomprensibile. Bisogna fare attenzione, diversa cosa è la fede, che non vuol dire credere in Dio, ma credere in Cristo come figlio di Dio e nella sua resurrezione. La fede è una cosa che solo i cristiani hanno, ebrei e musulmani seguono  invece una legge, espressa nei loro libri sacri, la Torah e il Corano. Il Vangelo non presenta un vero e proprio codice di leggi, offre al contrario delle massime di comportamento, degli spunti per così dire.

Come la leggenda dei tre anelli spiega, dunque, ebrei, musulmani e cristiani sono fratelli, figli di un’unica tradizione, e cercano di dimostrare una qualche superiorità gli uni sugli altri.

Allora perché, per quel poco che se ne parla a scuola, musulmani e cristiani sono visti come eterni nemici che si sono combattuti da tempo immemorabile e costretti a essere per sempre contrapposti e opposti senza mai comprendersi?

Come sempre, il freno dell’uomo è l’ignoranza, infatti ancora si crede che le crociate (scontro tra musulmani e cristiani più noto della storia) siano state guerre di religione, ma in verità nelle fonti arabe ed europee mai i due nemici vengono indicati con i loro nomi religiosi. La crociata infatti era un pellegrinaggio a Gerusalemme (quello che anche gli ebrei svolgevano e chiamavano Alyah), uno dei luoghi sacri per i cristiani, in particolare al Santo Sepolcro, armato, certo, ma non con il fine di convertire gli agareni (figli di Agar, schiava che con Abramo aveva avuto un figlio, Ismaele, protagonista di alcune sure del Corano). Allo stesso modo, i musulmani non volevano assolutamente obbligare i cristiani a convertirsi. Tra una crociata e l’altra, però, intercorrono 50, o 30 anni, durante i quali si continua da entrambe le parti a vivere come prima, a intrattenere gli uni con gli altri, occidente e oriente, cristiani e maomettani, corrispondenze commerciali e rapporti economici.

Ma qualcosa comincia ad andare storto quando tra i cristiani si diffonde l’idea, causa sempre l’ignoranza, che Maometto fosse un dignitario della Chiesa Orientale che non riuscendo a diventare Papa, avesse fondato una religione a sua immagine, un’eresia del cristianesimo, e in quanto tale, i suoi seguaci fossero eretici e meritassero di essere puniti. Dall’altra parte i musulmani credono che i cristiani siano dei musulmani in quanto monoteisti  (infatti Islam significa consenso intimo alla volontà di Dio) che però, si sono fermati prima di accettare la legge di Dio, e per questo vanno sì rispettati, ma trattati comunque come cittadini di serie B.  È cominciata così la demonizzazione dei musulmani e la credenza, diffusa nel medioevo, che le crociate fossero una lotta tra fedeli e satanici traditori della fede.

L’argomento, oltremodo attuale e scottante, dell’opposizione tra cristiani e musulmani è degno di essere approfondito e, come ha sottolineato lo storico fiorentino, per comprendere l’Islam non è necessario allontanarsi da se stessi, poiché le nostre storie, le storie e le tradizioni delle nostre religioni, sono indissolubilmente legate da una comune origine e da una comune base ideologica, quella monoteista.

La Umma Islamica si deve conoscere non con l’occhio estraneo di un europeo, di un cristiano, secondo ciò che pensiamo dell’Islam, ma secondo i meccanismi e le regole della stessa comunità islamica.

La paura dell’islam è il nuovo oppio dei popoli, che adesso, distratti da altri grossi problemi come il turbocapitalismo, la disuguaglianza e l’analfabetizzazione, giusto per citarne qualcuno, sono incantati e incatenati nella continua dicotomia hijab-coca cola, niquab-gucci che gli viene propinata.

“Ma son cose che succedono” dice con ironia Cardini.

Testo di Federica Debernardis

Riprese di Elena Lionetti

Montaggio di Giuseppe Di Ginosa