
Sradicamento, orrore, tortura, schiavitù, rinascita: queste alcune delle forti parole riecheggiate sotto le volte della splendida location di Casa Cava, pronunciate dal professore emerito Alessandro Portelli, nell’ultimo appuntamento del ciclo di conferenze dal titolo “Lezioni di storia”, promosso da Fondazione Matera-Basilicata 2019 ed Editori Laterza. Quello raccontato dallo storico e anglista romano al suo pubblico è un percorso di vita unico nel suo genere, simbolo al contempo di contraddizioni di un passato poi non così remoto e di una flebile speranza verso un migliore futuro.
“L'incredibile storia di Olaudah Equiano, o Gustavus Vassa, detto l'Africano” racchiude tutto questo, e molto di più. Si tratta infatti non solo di un documento di quelli che si definiscono “segnanti” nel corso della storia, ma anche della prima autobiografia di un uomo che ha vissuto appieno l’esperienza della schiavitù. Gli eventi che caratterizzarono l’esistenza di Olaudah sono quelli vissuti da centinaia di migliaia di uomini prima di lui: la deportazione dalla sua terra natia, il Benin, la paura dell’uomo bianco, il terribile Viaggio verso le Americhe, le catene, l’essere trattati non come esseri umani, bensì come merce di scambio. Poi però, quando il destino sembrava già marcato a fuoco su di lui, la rivoluzionaria illuminazione che lo consegnerà alla storia: Gustavus cambia le carte in tavola, si mette in testa di diventare un commerciante per comprarsi la libertà. Lui, scarto della società dell’epoca, privo di qualsivoglia diritto di proprietà, zotico bracciante di colore, fu in grado di compiere tale trasformazione, reinventando il suo personaggio più e più volte, in un processo radicale e, a dire il vero, non privo di ostacoli, ingiustizie, umiliazioni. Il primo è sicuramente quello morale: rinnegare la propria cultura e assimilare quella occidentale non significa, per certi versi, diventare schiavi una seconda volta? Cosa sarà dei famosi canti africani, delle danze, delle musiche, dell’oralità del sapere? Tale dicotomia lo renderà invece un punto di contatto tra questi due mondi, uno speciale ibrido che non si riesce a circoscrivere alcuna categoria. A sottolineare questo dualismo di punti di vista, ci vengono in aiuto le sue stesse parole: “Se io mi considerassi un europeo, potrei dire di aver molto sofferto; però, se confronto la mia sorte a quella della maggior parte dei miei conterranei, posso dire di esser stato uno speciale favorito del cielo”.
La figura di Equiano, inoltre, si incunea, cavalca e oltrepassa quel fruttuoso e secolare binomio di borghesia e schiavitù, emulando l’intraprendenza della prima per liberarsi dalla seconda. Olaudah, letteralmente “dalla voce molto forte”, talmente forte da essere giunta fino ai giorni nostri. Per chi volesse poi apprezzare le splendide voci dei due artisti africani che hanno accompagnato la narrazione, o semplicemente riascoltarla, la lezione è disponibile integralmente sul canale youtube ufficiale di Matera 2019.
Testo di Riccardo Strafella
Foto, riprese e montaggio di Elena Lionetti